Tra le famiglie che sostennero Palladio nella realizzazione di ville in provincia di Treviso ci sono gli Emo e i più noti Barbaro. Alla compatta e cubica consistenza degli edifici dei Pisani e dei Cornaro nel veneziano,  Palladio sostituisce uno schema orizzontale, basato su corpo centrale e barchesse laterali, che si aprono ad abbracciare il territorio: questa soluzione planimetrica accomuna sia villa Barbaro a Maser che villa Emo a Fanzolo di Vedelago. La prima si caratterizza per la presenza di un ninfeo con una peschiera dalla quale, grazie ad un elaborato sistema idraulico, l'acqua viene trasportata negli ambienti di servizio e giunge quindi alle peschiere. Entrambe le ville mostrano all'interno degli interventi pittorici di particolare rilievo: nel primo caso è la mano di Paolo Veronese ad affrescare le stanze, nel secondo caso, invece, l'intervento va associato al nome di Giambattista Zelotti che risulta attivo al fianco di Palladio anche in altre imprese. A Maser, inoltre, Palladio affianca alla costruzione padronale il Tempietto, edificio che doveva svolgere la duplice funzione di cappella di villa e di chiesa parrocchiale, voluto da Marcantonio Barbaro per il borgo cittadino. Realizzato attorno al 1580, viene qui affrontato il tema della pianta centrale, uno dei più cari all'architetto, di evidente ispirazione classica.

Donegal di Cessalto (Treviso). Villa Zeno

Sempre nel trevigiano, la terza villa palladiana è Villa Zeno, situata nella campagna di Cessalto, al confine tra le province di Treviso e Venezia. Il corpo dominicale è situato al centro, affiancato da due bassi fabbricati laterali. Progettata probabilmente nel 1554, per Marco Zeno, esponente di una delle famiglie aristocratiche veneziane, la costruzione risulta completata entro il 1566. Particolarità dell'edificio, rispetto agli altri di paternità palladiana, è la presenza della loggia su tre arcate, anziché sul fronte principale, sul lato verso la campagna, secondo una specie di rovesciamento degli elementi classici.